La porta della Parrocchia di di S.Nicolò di Bari – Zafferia (ME).
E’ stata realizzata in bronzo dallo scultore Domenico Trifirò.
Domenico Trifirò nasce a Messina il 21 Maggio 1947, ove vive ed opera.
Si specializza presso l’Istituto d’Arte di Reggio Calabria nelle arti plastiche, affrontando disagi quotidiani del viaggio nel periodo dei Modi di Reggio ( vista la difficoltà di raggiungere la sede che era sita a Piazza del Popolo) e si dedica, inoltre, nello stesso periodo, alla fusione in argento e alla lavorazione della cartapesta.
Concentra il proprio istinto in forme dinamiche, che variano dai bassorilievi alle elaborazioni tecniche che si avvalgono delle patinature e di interventi minuziosi, dove la potenza espressiva dello scultore sfocia in tutto il suo ardore compositivo.
Fu allievo di Michele di Rago, insegnante di Discipline Plastiche ( affermato scultore calabrese) che gli consente di frequentare il suo studio, non accessibile a tutti.
E comincia così la professionalità di giovane artista apprendendo le tecniche ed i trucchi del mestiere. Dopo il conseguimento del diploma, Di Rago gli chiede di fare l’assistente presso la I° cattedra di Ornato Modellato e Figura Modellata al Liceo Artistico Mattia Preti di Reggio Calabria, e nel 1971 viene nominato assistente, la carica durerà tre anni. Partecipa nel 1970 al Premio Nazionale di Pittura e Scultura Antonello, organizzato dal F.U.C.I. associazione culturale presieduta dal rettore Salvatore Pugliatti, classificandosi al primo posto con l’opera “ La donna Vietnamita”, nell’anno successivo si classifica nuovamente primo con l’opera “ Nudo di DonnaColomba” ( collezione privata, di un collezionista milanese).
Quest’opera, segna l’inizio della sua vera e propria carriera artistica. Nel 1974 si trasferisce all’Istituto d’Arte di Reggio Calabria come titolare vincendo il concorso di Discipline Plastiche e nel 1975, per la stessa disciplina assume la cattedra presso l’Istituto d’Arte Ernesto Basile di Messina dove insegnava. In questo periodo partecipa alla vita artistica della citta di Messina; assieme ad alcuni pittori e scultori da vita al gruppo Cariddi, con il quale partecipa a prestigiose mostre, a Venezia alla scoletta di San Zaccaria, a Padova nella galleria del Duomo, a Salina e Lipari a delle collettive, e ad una mostra itinerante che partendo dalle Isole Eolie, Capo d’Orlando Museo dei Nebrodi, Taormina Fondazione Mazzullo termina a Roma presso la sede della FIAT nel 1992.
Nel frattempo si occupa di restauri di vecchie opere e si dedica per un lasso di tempo alla pittura.
Pian piano aumenta la sua fama cittadina e viene gratificato da numerose committenze, tra cui diverse opere funerarie nei cimiteri di Patti e Messina, il Cero Votivo per il santuario della Beata Eustochia ( santificata dal Papa Giovanni Paolo II il 12 giugno 1988), uno stendardo in cimasa d’argento per la chiesa di san Domenico, di un calice d’argento per la Chiesa di Ali Speriore.
Nel 1994 partecipa al Premio Nazionale Giuseppe Mazzullo vincendo il primo premio con l’opera in bassorilievo “ I Vinti”, l’anno successivo ottiene una mensione particolare per l’opera “ Eolo”.
Nello stesso anno esegue la Via Crucis per la Chiesa di S. Domenico, nel marzo del 1999 espone a Taormina al Palazzo Duchi di Santo Stefano per la Fondazione G. Mazzullo. Nel marzo del 2000 varca l’oceano esponendo a New York per Messina Arte.
Hanno detto di lui:
“Se Trifirò avrà occasione d’essere valutato dalla buona critica e di stare nei luoghi appropriati a tale scopo egli verrà giudicato come uno dei migliori scultori, a mia conoscenza, oggi in Italia. << Dei migliori >> perché? Trifirò, per disposizione della sensibilità e conoscenza culturale, ha una vocazione, delicatissima, alle modellazioni finite, ai particolari precisi, ai piccoli gruppi levigati, la natura, in Lui, è carezzata, la sua mano pulisce, cura, dà grazia e armonia, niente sdolcinatura, dramma, talvolta, piuttosto, e dinamismo. Il mondo di Trifirò è più fine del mondo consueto, e rimodellato, Trifirò ha quella particolare malattia degli artisti che è la malattia espressiva”
Egli non può fare a meno di stabilire un suo mondo nel mondo, di rifare il mondo. Non voglio esagerare né sostenere che siamo di fronte a opere strabilianti, voglio dire che Trifirò ha personalità, caratterizzazione che, irrimediabilmente ripone sulle << cose >> che produce.
Nulla passa dalla realtà alla sua mente e dalla mente alla sua mano senza modificazione peculiare.
Egli ritrova nelle sue dita la qualità dei ceramisti attivi nei secoli trascorsi.
Che concludere?
Trifirò è giovane, ha talento nel piccolo, nel garbato, nel misurato.
Non distrugge, non fa del brutto il bello, non è moderno.
A me piace così com’è.
E gli auguro di conservare la grazia che ha nelle sue mani, per destino”.
Antonio Saccà
Università La Sapienza – Roma
L’ARTISTA TRIFIRO’ DURANTE LA LAVORAZIONE DELLA PORTA
Ultimi ritocchi prima della colata in bronzo
Il Portone è diviso in tre parti:
In alto alla porta troviamo la figura del Cristo Salvatore
assiso in trono, con una mano benedicente
e l’altra che tiene aperto “ il libro della vita” dove è scritto
“IO SONO LA VIA”
Con la sua incarnazione Egli rende possibile l’accesso
al Padre ed al suo Regno, Egli è la Via e la Salvezza per tutti.
Il Libro della Vita porta i sette sigilli di cui parla l’Apocalisse,
è nelle mani dell’Agnello-Pastore l’unico che ha il potere di aprirlo
A SINISTRA:
San Nicola Patrono della Parrocchia,
vestito con i paramenti orientali, visse a Mijra ( Turchia) è al lato di Cristo,
in una mano tiene il pastorale segno del suo essere Vescovo
e nell’altra il Vangelo che ha annunciato e vissuto.
Sul Vangelo le tre borse di denaro con le quali
Nicola salvò tre fanciulle dalla prostituzione
ricordano la figura di questo Santo come uomo di carità
A DESTRA
Maria Odigidria in atteggiamento di preghiera e di invocazione
ci indica con la mano il Figlio Gesù unica “Via”
attraverso la quale otteniamo salvezza e con San Nicola
intercede presso di Lui per ognuno di noi
AL CENTRO
Nel pannello centrale. L’Anno Santo o della Grande Indulgenza ci ricorda
in modo particolare che la vita terrena è un cammino di conversione
di tutta la Chiesa come popolo di battezzati, di ogni lingua,
razza, popolo, nazione verso la Gerusalemme Celeste.
L’Apostolo S. Giovanni scrive il libro dell’Apocalisse,
ultimo libro della Scrittura, nel quale troviamo la visione
della Nuova Gerusalemme, dell’Agnello e del nuovo popolo
di Dio che procede verso di essa.
NELLA PARTE INFERIORE
Le due scene che troviamo in basso richiamano le due feste dell’Annunciazione e del Sabato Santo;
quando queste coincidono, il paese di Zaffaria vive, per antica tradizione, il singolare privilegio
“DELL’ANNO SANTO o della GRANDE INDULGENZA”
In esse la Madre di Gesù viene ritratta nel giorno dell’annuncio e nel giorno dell’attesa della Pasqua,
tutte e due le scene ci presentano Maria donna di fede discepola del Signore.
Le Fasi del montaggio
La Porta della Parrocchia S. Nicolò di Bari è stata inaugurata
da Mons. Giovanni Marra Arcivescovo di Messina il 16 Dicembre 2006
dal rito di benedizione
“Dona ai tuoi fedeli che varcano questa soglia
di essere accolti alla Tua presenza, o Padre,
per Cristo tuo Figlio, in un solo Spirito.
Fa o Signore, che quanti, animati da fede filiale,
si raduneranno in questa chiesa,
siano perseveranti nell’insegnamento
degli apostoli, nell’unione fraterna,
nella frazione del pane e nelle preghiere,
e crescano in numero e merito,
per edificare la celeste Gerusalemme”.
Amen